Sanificare ambienti di lavoro significa, da sempre, provvedere a una corretta igienizzazione degli ambienti. L’importante è non confondere questa procedura con la comune attività di pulizia, in quanto per “sanificazione di ambienti” si intende indicare un processo costituito da due fasi distinte.
Una è quella di detersione e pulizia, che consiste nell’eliminazione dello sporco “visibile”, ovvero si eliminano i residui di grasso, la polvere, il materiale organico, se presente. Questo step è importante e deve sempre precedere l’altro, che viene indicato con il termine “disinfezione”. Questa deve essere sempre svolta dopo la pulizia, altrimenti se questa non venisse svolta, si comprometterebbe il risultato dell’igienizzazione finale. Disinfettare ambienti in questo caso significa utilizzare appositi detergenti al fine di riportare la carica microbica a un livello normale e accettabile per la salute umana. In alternativa, può significare anche la totale eliminazione di agenti patogeni presenti nel luogo.
Sanificare ambiente di lavoro: perché è così importante
Sanificare un ambiente di lavoro è importantissimo non solo perché c’è sempre la possibilità di contrarre batteri, virus e non solo ma soprattutto se si segnalano contagi avvenuti proprio in quell’ambiente. Altre motivazioni consistono proprio nel fatto che con una corretta sanificazione, si ha la possibilità di lavorare in un posto sicuro, che detiene una carica microbica non dannosa per la salute oppure addirittura pari a zero. Tra le conseguenze positive il fatto di migliorare il livello di salute dei lavoratori. Un ambiente igienizzato permette anche di lavorare in modo più sereno e soddisfacente.
Pulizia e sanificazione: definizioni
Riportiamo di seguito i concetti ribaditi dall’Istituto Superiore di Sanità nel Rapporto ISS COVID-19 n. 25/2020:
PULIZIA
È definita nel Regolamento (CE) 648/2004 come “il processo mediante il quale un deposito indesiderato viene staccato da un substrato o dall’interno di un sostrato e portato in soluzione o dispersione”.
Per le attività di pulizia si utilizzano prodotti detergenti/igienizzanti per ambiente – i due termini sono equivalenti – che rimuovono lo sporco mediante azione meccanica o fisica. Questa attività si può applicare anche a organismi potenzialmente nocivi e, nell’ambito di tale funzione, questi prodotti possono anche esplicare un’azione igienizzante.
Quindi tutti i prodotti igienizzanti, privi della specifica autorizzazione “non sono da considerarsi come prodotti con proprietà disinfettanti/biocidi, bensì sono prodotti detergenti” e, in quanto tali, immessi in commercio come prodotti di libera vendita.
ATTIVITÀ DI SANIFICAZIONE
L’art. 1.1 e) del DM 7 luglio 1997, n. 274 del Ministero dell’Industria e del commercio definisce sanificazione “quelle attività che riguardano il complesso di procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti mediante l’attività di pulizia e/o di disinfezione e/o di disinfestazione ovvero mediante il controllo e il miglioramento delle condizioni del microclima per quanto riguarda la temperatura, l’umidità e la ventilazione ovvero per quanto riguarda l’illuminazione e il rumore”.
Pertanto, la sanificazione rappresenta un “complesso di procedimenti e di operazioni” che comprende attività di pulizia e/o attività di disinfezione che vanno intese “come un insieme di attività interconnesse tra di loro” quali la pulizia e la disinfezione. In alcuni casi con la sola pulizia (es. trattamenti con il calore) o con la sola disinfezione è possibile ottenere la stessa efficacia nei confronti dei virus.
DISINFEZIONE
Attività che riguardano il complesso di procedimenti e operazioni atti ad abbattere la carica microbica di un ambiente, superficie, strumento, ecc.
Per le attività di disinfezione si utilizzano prodotti disinfettanti (biocidi o presidi medico-chirurgici) la cui efficacia nei confronti dei diversi microrganismi, come ad esempio i virus, deve essere dichiarata in etichetta sulla base delle evidenze scientifiche presentate dalle imprese, stabilita a seguito dell’esame della documentazione (che include specifiche prove di efficacia) presentata al momento della richiesta di autorizzazione del prodotto. I prodotti che vantano un’azione disinfettante si configurano come PMC o come Biocidi.
DETERSIONE
La detersione consiste nella rimozione e nell’allontanamento dello sporco e dei microrganismi in esso presenti, con conseguente riduzione della carica microbica.
Il risultato dell’azione di detersione dipende da alcuni fattori: azione meccanica (es. sfregamento), azione chimica (detergente), temperatura e durata dell’intervento. La detersione è un intervento obbligatorio prima di disinfezione e sterilizzazione, perché lo sporco è ricco di microrganismi che vi si moltiplicano attivamente ed è in grado di ridurre l’attività dei disinfettanti.
Sanificazione: quali sono i principali detergenti che si possono usare?
La sanificazione di ambienti può essere svolta utilizzando differenti detergenti appositi, che possono variare a seconda del tipo di oggetto da sanificare oppure a seconda del tipo di superficie da igienizzare o a seconda dell’ambiente stesso.
Per quanto riguarda le soluzioni da poter adoperare, queste non sono solamente quelle chimiche, in quanto in alcuni casi potrebbe anche essere necessario usare il calore. Si faccia l’esempio degli alberghi: questi ovviamente costituiscono un luogo di lavoro e secondo la normativa vigente, per svolgere una corretta sanificazione dei tessuti che si usano negli alberghi, come lenzuola e tovaglie, tali elementi andrebbero lavati a 90°C. Tuttavia, non è detto che tale soluzione possa essere adottata, anche perché il tutto dipende dal tipo di stoffa: se questa rischia di rovinarsi, nel momento in cui viene sottoposta ad una temperatura eccessiva, allora si può adottare un rimedio differente. Per esempio, si può usare l’ipoclorito di sodio oppure anche una soluzione di acqua e di candeggina. Per quanto riguarda il primo, si specifica che deve essere diluito allo 0,1%. Se queste sostanze chimiche dovessero danneggiare gli oggetti o superfici, allora per effettuare la sanificazione si può adoperare anche l’etanolo, che però deve avere una concentrazione pari ad almeno il 75%.
Sanificare ambienti: cosa dice la normativa
Nell’ultima relazione dell’Istituto Superiore di Sanità “Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2”, è indicato che la pulizia e disinfezione possono essere svolte separatamente o essere condotte con un unico processo, utilizzando prodotti che hanno duplice azione. È importante rimuovere lo sporco o i residui di sporco che possono contribuire a rendere inefficace l’intero processo.
Nella stessa relazione viene indicato che nel caso in cui vi sia stata la presenza di casi Covid-19, è necessario procedere alla sanificazione dell’ambiente, intesa come attività che riguarda l’insieme di tutte le procedure e operazioni atte a rendere salubre un determinato ambiente mediante interventi di detergenza e successiva disinfezione. La sanificazione della stanza/area deve essere eseguita secondo le disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute, ovvero: pulizia con acqua e sapone e successivamente con una soluzione di ipoclorito di sodio diluita allo 0,1% o con alcol etilico al 75% per superfici che possono essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio.
Scenari di sanificazione ambientale
Ogni scenario prevede delle modalità di intervento differenti. Va da se che ciascun luogo su cui si interviene ha bisogno di personale professionale che sappia dare i giusti consigli sul tipo di intervento da eseguire.
- Attività commerciali
- Uffici
- Industria alimentare
- Mezzi di trasporto pubblico
- Camion
Come Sanificare attività commerciale e/o un negozio
Posso sanificare il mio negozio da solo? La pulizia standard o classica di un ambiente di lavoro viene di solito eseguita attraverso prodotti detergenti, prevedendo la rimozione dello sporco visibile ed evidente (come polvere, grasso o altro materiale organico).
Per quanto riguarda la sanificazione il Ministero raccomanda l’uso dell’ipoclorito di sodio diluito al 0,1%, ossia una soluzione di acqua e candeggina. In alternativa, per le superfici delicate, che possono essere danneggiate dall’ impiego della candeggina, viene suggerito l’utilizzo dell’etanolo, il comune alcol etilico con una concentrazione al 75%.
Devono essere sanificate con particolare attenzione tutte le superfici toccate più di frequente (come porte, maniglie, tavoli, banconi, finestre, servizi igienici, carrelli della spesa, bancomat, ecc.).
La biancheria come lenzuola, tovaglie o altri materiali di tessuto deve essere sottoposta ad un lavaggio con sapone ed acqua calda a 90° gradi. Se ciò non è possibile a causa delle caratteristiche del tessuto, va aggiunta al lavaggio candeggina o altri prodotti a base di ipoclorito di sodio.
Come sanificare un ufficio
Come posso procedere alla sanificazione di un ufficio in modo corretto? Tra gli obblighi imposti dal governo in pandemia e da ultimo protocollo sino al 31 Ottobre, è incluso la sanificazione quotidiana degli spazi professionali. La sanificazione implica che gli spazi di lavoro siano resi adatti alla loro funzione, quindi utilizzabili in modo sicuro sia per gli operatori che per i visitatori.
La prima cosa da eseguire è sempre la pulizia accurata di tutte le superfici, quindi la rimozione dello sporco visibile attraverso l’impiego di opportune attrezzature e detergenti. Questo è propedeutico per le operazioni di disinfezione e sanificazione, che sono eseguite utilizzando precisi prodotti (per esempio appartenenti alla categoria “Presidio Medico-Chirurgico”) e tecnologie da valutarsi a seconda della tipologia e dell’ampiezza degli ambienti da trattare.
Un buon esempio di sanificazione dell’ufficio comporta l’applicazione, mediante l’utilizzo di panni monouso, di prodotti disinfettanti (come etanolo, perossido di idrogeno o ipoclorito di sodio) in concentrazione variabile a seconda della superficie da sanificare. I dettagli del trattamento possono essere reperiti leggendo la circolare n. 5443 emessa dal Ministero della Salute.
Fondamentale è sanificare approfonditamente non soltanto superfici come finestre, pavimenti, pareti, porte, maniglie e ambienti bagno, ma anche sedie, scrivanie, computer, mouse e tastiere, ossia alcuni tra gli oggetti più frequentemente toccati durante le normali attività lavorative. Anche in questo caso si utilizzeranno adeguati detergenti in grado di abbattere la carica batterica degli agenti patogeni, senza per questo rovinare i dispositivi. Fare attenzione soprattutto ai monitor.
Come sanificare un’industria alimentare
La sanificazione nell’industria alimentare dei supporti e di tutte le superfici in un laboratorio destinato alla produzione di cibi è sempre stata importante e regolamentata in modo dettagliato.
I prodotti impiegati, secondo la regolamentazione HACCP, devono essere atossici e idonei a superfici che entrano abitualmente a contatto con gli alimenti ed il più possibile biodegradabili.
Il sanificante e/o il detergente utilizzato in base alla natura dello sporco e delle superfici da trattare, deve avere le seguenti caratteristiche avere un dosaggio formulato appositamente per avere un’azione battericida e garantire la qualità igienico sanitaria del prodotto. Esistono sul mercato dei prodotti specifici per la pulizia di attrezzature specifiche che combinano l’azione detergente a quella batteriostatica, con formulazioni diverse, per i salumi, per carne e pesce.
Come sanificare il trasporto pubblico
La sanificazione dei trasporti pubblici è molto importante. Treni, autobus, macchine in condivisione o car-sharing, risultano essere fonte di batteri e germi da sempre ed avere macchie piuttosto ostinata da rimuovere. Si tratta di misure per adempimenti comuni a tutti i settori del trasporto che spaziano dal corretto uso dei dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti e tute), alla sanificazione e l’igienizzazione dei locali e dei mezzi con le modalità definite dalle specifiche circolari del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, fino al rispetto della distanza di un metro da utenza e clienti.
La pulizia con l’utilizzo del vapore ci permette non soltanto di rimuovere qualsiasi tipo di sporco da ambienti e tessuti, ma anche di eseguire una completa disinfezione e sanificazione. Diversamente dai sistemi a base di acqua, il vapore non è invasivo, non danneggia la strumentazione elettronica ed evita la formazione di ruggine nelle parti metalliche.
Elemento da non sottovalutare, la pulizia a vapore permette l’utilizzo del mezzo di trasporto in tempi straordinariamente rapidi, poiché la superficie trattata asciuga per evaporazione rapida.
Esempi pratici di pulizia a vapore nel settore dei trasporti sono:
- pulizia treni e autobus (in particolare sedili e pavimenti)
- pulizia aerei (settore passeggeri)
- sanificazione e pulizia ambulanze
- sanificazione taxi
È possibile estendere questo tipo di pulizia a vapore anche in tutti quei luoghi in cui sussistono posti a sedere in tessuto o tappeti come:
- teatri, cinema
- palestre, saune, tatami, centri wellness, etc.
Camion: igienizzazione e sanificazione
Per un autotrasportatore, la cabina del proprio camion rappresenta una sorta di seconda casa. In questo difficile momento, in particolare, è indispensabile che tale spazio sia sanificato.
Nello specifico il Ministero dei trasporti, nel documento, ha anche definito alcune procedure specifiche per l’autotrasporto.
Sanificare la cabina di un camion significa:
- eliminare dai filtri dell’impianto dell’aria condizionata batteri, acari, muffe, funghi, spore, lieviti, pollini
- inattivare i virus
- eliminare dai tessuti dei sedili cattivi odori di fumo, pelo di animale, cibo, muffa
- distruggere i residui volatili dei detergenti chimici;
- allontanare insetti infestanti come mosche, zanzare, scarafaggi, formiche e cimici.
La sanificazione deve avvenire a ogni cambio di conducente, se il veicolo è condiviso tra più autisti, sanificando soprattutto il volante, le leve, i pulsanti, le impugnature dei mezzi lavorativi (come i transpallet).
Conclusioni
La sanificazione ambientale deve entrare a far parte del sistema di manutenzione programmata all’interno delle aziende e in tutti quei posti considerati luoghi di lavoro, indipendentemente che siano luoghi classici con quattro pareti sia mezzi in movimento.
Chiunque si appresti a svolgere attività di pulizia, e soprattutto di disinfezione, deve attenersi ad un programma di intervento periodico, previa adeguata valutazione dei rischi biologici e da agenti chimici.
Il programma deve comprendere almeno l’organizzazione delle differenti attività da svolgere.
Sono inclusi nel programma gli eventuali rischi durante la fase di diluizione, l’adeguata gestione di tutti i prodotti e le attrezzature per eseguire la disinfezione, le indicazioni dei DPI e degli indumenti da lavoro e infine il piano di formazione adeguato dei lavoratori: Per questi motivi occorre rivolgersi a professionisti del settore.