Che cos’è la listeriosi e come evitare contaminazioni da listeria?

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La listeriosi che negli ultimi giorni occupa i titoli di giornali e siti di informazione è una malattia che si contrae ingerendo cibo contaminato dal batterio Listeria monocytogenes.

Listeria: che cos’è? 

La Listeria monocytogenes è un batterio che si trova comunemente nell’acqua e nel suolo e che può contaminare anche gli animali senza che questi mostrino sintomi apparenti. Cresce e si riproduce a temperature tra gli 0 e i 45 °C ed è molto persistente: ecco perché può contaminare anche i cibi lavorati, trasformati e refrigerati. Risulta infettivo anche a bassi livelli di carica batterica – in pratica, ne basta una piccola quantità per scatenare l’infezione.

In Europa così come negli USA, la listeriosi rientra nella rete di sorveglianza delle malattie di origine alimentare per le quali c’è obbligo di denuncia. Deve essere perciò immediatamente segnalata alle unità sanitarie locali di appartenenza, così che si possano individuare prontamente le cause e proteggere gli altri consumatori, ritirando i cibi infetti e disponendo le dovute indagini.

Quali sono i cibi a rischio?

Come riporta il sito dell’Istituto Superiore della Sanità, gli alimenti più spesso associati a listeriosi sono pesce, carne e verdure crude, latte non pastorizzato e latticini come formaggi molli e burro, cibi trasformati e preparati (pronti all’uso) inclusi hot dog, carni fredde tipiche delle gastronomie, insalate preconfezionate, panini, pesce affumicato. I casi di listeriosi di cui si è parlato negli ultimi giorni in Italia sono legati al consumo di würstel di pollo, che non figurano ufficialmente nell’elenco dei cibi più a rischio ma che, nei casi di listeriosi, sono stati probabilmente consumati crudi, al contrario di quanto raccomandato sull’etichetta.

Listeriosi: come si riconosce?

Nelle persone in salute la listeriosi in genere non dà sintomi o causa problemi gastrointestinali come la diarrea. In altri casi si presenta come una gastroenterite acuta febbrile che compare alcune ore dopo il consumo dei cibi contaminati. In alcune rare circostanze, tuttavia, la malattia può assumere una forma invasiva o sistemica. Il batterio passa dall’intestino al sangue e da lì si diffonde nell’organismo fino al sistema nervoso, causando encefaliti, meningiti (infiammazioni del cervello o delle sue membrane) e forme acute di sepsi (una risposta infiammatoria sistemica sproporzionata). Se ciò accade si presentano sintomi neurologici come irrigidimento del collo, confusione, emicranie e perdita di equilibrio, anche a un mese (e fino a tre mesi) di distanza dall’ingestione dell’alimento infetto.

Chi rischia di più?

Le persone più inclini a forme sistemiche di listeriosi sono anziani, neonati, pazienti immunocompromessi (con cancro, diabete, AIDS) e le donne in gravidanza: la listeriosi può infatti comportare gravi problemi per il feto. Le forme gravi di listeriosi, in quanto infezioni batteriche, sono trattabili con antibiotici, ma data la loro estensione all’organismo la prognosi è spesso infausta.

Listeriosi: come si previene?

E . Ricordiamoci poi di lavare molto bene mani e utensili dopo aver toccato alimenti crudi.

I cibi derivati da animali vanno cotti completamente. Il batterio Listeria muore in cottura a temperature maggiori di 65 °C, ma è capace di contaminare i cibi anche dopo la cottura: da qui la necessità di separarli da quelli crudi: quando si lavora sul tagliere in cucina bisogna ricordarsi di tenere separate verdure e carni crude tra loro e dagli alimenti cotti e pronti al consumo. I cibi che abbiamo già cotto, come gli avanzi, vanno conservati con ordine, divisi in base alla tipologia e consumati entro 3-4 giorni.

Occorre poi evitare di mangiare formaggi molli o latte se non si ha la certezza che siano stati prodotti o che si tratti di latte pastorizzato (la pastorizzazione è un trattamento termico che ha un’azione battericida).

Se gli accorgimenti elencati vanno bene per tutti, chi è più a rischio per le conseguenze della listeriosi può osservare norme più scrupolose, elencate dall’Istituto Superiore di Sanità:

  • evitare di mangiare panini contenenti carni o altri prodotti elaborati da gastronomia senza che questi vengano nuovamente scaldati ad alte temperature;
  • evitare di contaminare i cibi in preparazione con cibi crudi e/o provenienti dai banconi dei supermercati;
  • non mangiare formaggi molli se non si ha la certezza che siano prodotti con latte pastorizzato
  • non mangiare paté di carne freschi e non inscatolati;
  • non mangiare pesce affumicato, a meno che non sia inscatolato in forme che non deperiscono a breve scadenza.

DELTACONTROL effettua analisi accreditate per la prova Listeria monocytogenes sia su alimenti che su superfici.

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